#Verrignimood prima puntata: quando la pasta profuma di grano by Giampatv

Profuma di grano, dal 1898 è la pasta d’Abruzzo ed alcuni formati sono trafilati in oro. È la pasta Verrigni, conosciuta e apprezzata da tanti chef e dai gourmet più appassionati. Ho avuto modo di conoscerla negli scorsi anni, ma ho avuto modo di approfondire la conoscenza la settimana scorsa nel corso del piacevole press tour (#Verrignimood) organizzato dalla “capitana” dell’Antico Pastificio Rosetano, Francesca Petrei Castelli. Non si è trattato solo di un press tour, ma di una approfondita esplorazione all’interno di un territorio forse poco conosciuto, ma decisamente ricco di prodotti di eccellenza. Nella “tre giorni” di #Verrignimood, insieme ai colleghi della stampa ed alcuni competenti foodblogger, ho avuto modo di conoscere tante curiosità sulla pasta, ma anche su altri prodotti. Francesca, infatti, è una di quelle donne imprenditrici vere; un esempio per l’Italia di come si può, partendo dall’artigianalità della sua pasta, apprezzata da chef autorevoli e competenti in tutto il mondo, fare sistema sul territorio, recuperando alcune produzioni “non solo pasta” che valorizzano le coltivazioni locali. Francesca e la sua pasta hanno fatto negli anni da volano per tutto il territorio, portando alla ribalta di manifestazioni alcune produzioni di nicchia che si stavano perdendo. Sono state recuperate le coltivazioni dei pomodori pera d’Abruzzo e del fagiolo tondino del Vado. Fare sistema in Italia non è sempre facile, anzi. A Francesca va riconosciuto il merito di essere un’instancabile punto di riferimento tra tutti i soggetti in campo nell’agroalimentare di qualità della zona. Bravissima. Tra le produzioni supportate dal sistema la birra (prodotta in collaborazione con Almond), l’olio extravergine, le conserve di pomodoro e vini di qualità.

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Ma andiamo per ordine e partiamo dal primo giorno. Abbiamo iniziato subito alla grande con uno “Spaghettoro”, trafilato in oro, preparato in una suggestiva location dallo chef Daniele D’Alberto del Ristorante BR1 con acqua e salsa di pomodoro, scampi, caprino e basilico. Il piatto, cucinato in diretta sotto i nostri occhi, ha rappresentato un susseguirsi di sapori forti e distinti, tutti amalgamati in maniera equilibrata con lo spaghetto a far da protagonista. Onore al merito al cuoco che ha saputo valorizzare la pasta con alcuni ingredienti del territorio e tecniche di cucina interessanti, come l’acqua di pomodoro e la salsa, preparata nel modo classico. Bravissimo lo chef: torneremo a trovarlo.

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Dopo questo antipasto, abbiamo preso parte alla cena di benvenuto con un menù tutto abruzzese tra cui antipasto di salumi locali (notevole il salame di fegato!)  e alcuni formaggi locali, tra cui uno dei miei preferiti: il pecorino di Farindola. E ancora la pasta della pizza lievitata fritta, le olive ascolane fatte in casa (strepitosamente buone).

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Due grandi primi si sono contesi la scena, uno più buono dell’altro. Francesca ha preparato il classico timballo di crespelle, rigorosamente “home made” come vuole la tradizione. Un concentrato di sapori del territorio che ti mette in pace con mondo. Non poteva mancare lo spaghettone Verrigni: interpretato da Marco Ricci con le pallottine (Marco ha collaborato egregiamente all’organizzazione del tour). Le pallottine sono delle polpettine di carne piccolissime. Preparate rigorosamente a mano con pazienza e tenacia e cotte insieme al sugo di pomodoro, conferiscono sapore sostanzioso e un condimento ideale che sposa benissimo questo spaghetto. A seguire i classici arrosticini di pecora, cotti alla perfezione da un maestro locale specializzato nella cottura: le carni risultano succulente e saporite. Ottimi gli abbinamenti vini, forniti dalla cantina Torre dei Beati. Non è mancata la Birra Verrigni “Birrolo” e un assaggio del profumo d’ambiente Verrigni (ma io me lo sono anche spruzzato addosso e personalmente lo trovo ottimo da “indossare”) prodotto da Profvmvm di Durante – Roma. Alla fine il digestivo: il liquore alla genziana fatto in casa con una ricetta segreta e dal sapore intenso ma diverso dal solito.
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Per finire la pizza dolce tipica locale, che ha concluso un pasto molto ricco ma di qualità. Nei prossimi giorni vi faremo scoprire le tappe successive del tour. Le sorprese non mancheranno: parleremo delle differenze con la pasta “industriale” e di alcune particolarità. Dietro alla pasta c’è davvero un mondo e sarà un piacere raccontarlo passo passo. Vi racconteremo del nostro incontro con la materia prima e con uno speciale imprinting olfattivo.

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(dal sito www.giampatv.com)