Spaghettoro con cozze, asparagi e taggiasche

Chiariamo subito sul nome della pasta. Spaghettoro è proprio ciò che la crasi indica ovvero uno spaghetto d’oro, nel senso della parte finale dello stesso che è trafilata in oro. A produrre questa originale bontà (è l’unico caso in Italia di trafilatura in oro) è l’abruzzese (teramano) Pastificio Verrigni al cui sito vi rimando per avere tutte le informazioni del caso. Io posso dirvi che lo spaghetto è ottimo, regge la cottura e soprattutto si presta a lunghe cotture nella salsa come nel caso della ricetta che vi propongo. L’ho pensata proprio in virtù delle caratteristiche della pasta, per capire fino a dove potevo spingermi. Beh, il risultato è andato oltre le aspettative: la pasta ha conservato un’eccellente consistenza conservando il ‘dente’ e le mie papille gustative ne parlano ancora…

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Ma veniamo alla ricetta che quando ci sono le cozze è sempre doppia. Perché? E perché prima vi fate la zuppa di cozze (che è altro rispetto alla pepata) e poi con le cozze avanzate, e la loro preziosa acqua, vi deliziate con questo spaghetto, tanto veloce quanto intenso.

Togliete le cozze dal proprio guscio e mettete da parte l’acqua. Fatele ‘rinvenire’ in una casseruola capiente con aglio, extravergine Terre Rosse, una manciata di olive taggiasche, le punte (crude) degli asparagi e qualche goccia di olio santo. Quando il tutto comincia a ‘scoppiettare’, aggiungete l’acqua delle cozze e portate a bollore per spegnere dopo tre-quattro minuti (gli ingredienti in questa fase devono solo farsi compagnia, dopo avranno tutto il tempo per mischiarsi…). Mettete adesso a lessare gli Spaghettoro, in abbondante acqua che salerete leggerissimamente, avendo nella salsa la maggior parte del sale necessario.

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Passata metà cottura, scolate gli Spaghettoro nella salsa di cozze, che nel frattempo avrete riportato ad ebollizione, e terminate la cottura girando con cura e costanza. Il segnale che lo Spaghettoro è pronto lo avrete assaggiando, certo, ma anche dalla consistenza della salsa che deve diventare cremosa ma non collosa quindi fate molta attenzione a non passare la cottura. Ora potete impiattare, formando dei piccoli turbanti. Vi suggerisco anche il vino e non potevo non rimanere in Abruzzo: la Passerina Le Paranze del Podere Castorani, una garanzia. Buon appetito!

 

(ricetta di Emiliano Falconio tratta dal sito Cocendolibrando)